Luglio 2022 - Sofia

 

Credo proprio che la Dr.ssa Sofia Elena Rovati dovrà abituarsi ad essere chiamata semplicemente Sofia, come accade ai personaggi che in breve tempo conquistano il cuore delle persone e diventano popolari. È questo quello che è avvenuto il 25 giugno dopo l’apertura dell’Isola Bisentina, dove erano presenti un centinaio di invitati. Non è un caso che Sofia faccia rima con simpatia ed empatia.

Gli invitati, sindaci e altre personalità interessate alla tutela dell’isola, sono stati calorosamente accolti da Sofia quale rappresentante della Fondazione Luigi Rovati. Come noto, la Fondazione è proprietaria, oltre che dell’isola, di un museo etrusco a Milano del quale si occupa lo zio Lucio Rovati, mentre l’isola viene gestita personalmente da Sofia, figlia di Luca Rovati, fratello di Lucio. Il gemellaggio fra il museo e l’isola fa prevedere un grande afflusso di visitatori dall’Italia del Nord.

Il 25 giugno gli invitati sono arrivati con due battelli, uno da Capodimonte e l’altro da Bolsena, che hanno attraccato su un nuovo pontile galleggiante posto davanti al vecchio porto. Ad attenderli, oltre a Sofia, c’erano due guide, Maria Pace Guidotti e Vera Risi, che li hanno accompagnati da un estremo all’altro dell’isola. Le aree del convento e della chiesa erano recintate e non accessibili ai visitatori, a causa dei lavori in corso. Tuttavia, si poteva scorgere il crocifisso sulla lanterna della cupola vignolesca, finalmente ripristinato dopo anni di incuria durante i quali è stato tristemente sul punto di crollare. La disastrata copertura in piombo della cupola è stata completamente rinnovata e anche l’esterno del convento è stato risanato sotto l’inflessibile sorveglianza delle Belle Arti. Una novità importante è l’installazione dei servizi sanitari, da tempo rinviata, data la difficoltà di evitare scarichi fognari nel lago. Il problema è stato risolto con un grande serbatoio stagno che viene saltuariamente scaricato nelle fognature a terra.

Al tramonto, dopo la lunga gita, i gruppi guidati sono arrivati al prato che si trova sul retro del porto, detto dei pescatori, dove era stato preparato un buffet. Bellissima la grande cornucopia in vimini dalla quale scaturivano abbondanti ciliegie, una raffinata piccola opera d’arte composta dalla mamma di Sofia. Significativa anche la presenza nel buffet di specialità locali, segno della volontà di valorizzare le aziende del territorio: formaggi di capra, cannaiola di Marta, frittura di lattarini cotti sul posto dai pescatori... Piccoli dettagli, ma indicativi della sensibilità dei Rovati, che sembrano voler fare le cose al meglio.

Gli intenti dichiarati da Sofia e Lucio Rovati, accompagnati dall’ingegnere responsabile dei lavori, ma anche dal caro Don Franco Magalotti, ex parroco di Capodimonte, sono quelli di rendere questo smeraldo incastonato nel lago di Bolsena non solo un catalizzatore del turismo culturale del lago grazie ai suoi tesori artistici, ma anche un luogo speciale di protezione della flora e della fauna. Per il visitatore l’incontro con l’isola sarà un’occasione di arricchimento interiore, potendo dialogare con la bellezza della natura e godere della pace del silenzio; e le installazioni artistiche contemporanee delicatamente poste in luoghi significativi del percorso accompagneranno gli ospiti nel loro cammino attraverso il meraviglioso paesaggio dell’isola, un paesaggio che diventerà una geografia dell’anima.

Dopo aver espresso gratitudine per l’accoglienza e l’entusiasmo finora manifestati dalle persone del posto che hanno collaborato con i responsabili dei lavori di recupero e di restauro, l’incontro si è concluso con un lungo applauso: c’è un rinnovato sentimento di fiducia per un futuro di rinascita dell’isola. GRAZIE Sofia!

Piero Bruni

Associazione Lago di Bolsena