Gennaio 2022 - Geotermia: Rischio sismico e Valutazione di Impatto Ambientale
Il parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale (CTVIA-VAS) relativo all’impianto geotermico di Castel Giorgio è stato elaborato nel 2014 da una commissione di “esperti” costituita da un astrofisico (relatore), un avvocato e un geologo specializzato in ghiacciai alpini. Al momento della votazione plenaria (n. 29 del 31.10.2014) il Presidente della Commissione ha abbandonato l’aula per evitare l’accusa di incompatibilità per conflitto di interessi, avendo in precedenza caldeggiato pubblicamente il progetto.
Il Prof. universitario Andrea Borgia, noto esperto in geotermia e membro della Commissione, faceva mettere a verbale il suo dissenso nei confronti del parere appena approvato (“ma che progetto o parere è questo”), adducendo validi motivi tecnici e amministrativi. Per quanto riguarda i terremoti, l’omissione più grave dell’anzidetta VIA è di aver “dimenticato” il sisma avvenuto nel 1957 a Castel Giorgio, che rese inabitabile l’80% delle abitazioni, tanto che fu costruita una tendopoli per accogliere gli sfollati. La CTVIA-VAS allora in carica è scaduta, ma la sua VIA è ancora in vigore nonostante la dubbia validità.
Dopo controversie che non riportiamo, il DM 59 del 3 aprile 2015 ha decretato la compatibilità ambientale del progetto ed ha autorizzato l’impianto indicando delle scadenze e delle prescrizioni. Il testo ha acquisito il parere della scaduta CTVIA-VAS del 31.10.2014 confermando, così, che tale parere è rimasto in vigore.
Successivamente, fra i mesi di giugno 2016 e dicembre 2017 si sono verificati a Castel Giorgio numerosi eventi sismici, fra i quali uno di magnitudo 4,1 che ha fatto cadere calcinacci dal soffitto della cattedrale di Orvieto. Il CTVIA, con parere 3025/2019, ha dichiarato che tali sismi sono avvenuti anche in passato e non costituiscono novità: con questo parere è rimasta in vigore la validità del CTVIA-VAS del 31.10.2014.
Il primo aprile del 2020 la Società ITW-LKW ha chiesto al MISE una proroga di 5 anni per il termine dei lavori rispetto alle scadenze fissate dal decreto VIA n. 59 del 3 aprile 2015, ferma restando la validità della scaduta CTVIA-VAS del 31.10.2014.
Dopo aver acquisito il nulla osta dal Ministero dei Beni Culturali e quello della attuale CTVIA-VAS, i Ministri Cingolani e Franceschini, con decreto ministeriale de 14 aprile 2021 - R157 hanno prorogato di 5 anni il termine entro cui realizzare il progetto stabilito dal citato DM n. 59 del 3 aprile 2015, con le prescrizioni in esso impartite. Ancora una volta è rimasta in vigore la VIA del CTVIA-VAS del 31.10.2014.
La sentenza del Consiglio di Stato del 16/09/2021 (pubblicata il 07/10/2021) ha definitivamente chiuso la vicenda legale, ma non quella reale, dato che dopo sette anni di battaglie e centinaia di pagine fra decreti, ricorsi e sentenze la VIA originaria del 31.10.2014 è sopravvissuta nonostante sia di dubbia validità e scaduta per senilità.
Infatti dal 2014 il quadro delle conoscenze scientifiche relative al rischio sismico connesso agli impianti geotermici è stato completamente capovolto. Sono stati definiti terremoti “indotti” quelli provocati direttamente dall’attività dell’impianto, mentre sono stati qualificati “innescati” quelli dovuti a preesistenti stress nel sottosuolo e innescati dalle attività geotermiche. La magnitudo dei terremoti innescati non è commisurata all'energia del disturbo indotto, ma alle caratteristiche sismiche naturali dell’area e può raggiungere valori vicini alla magnitudo massima naturale. Nella nostra zona si rischiano quindi terremoti potenzialmente molto distruttivi, intorno al 6° grado Richter.
Il 26 giugno 2021 è avvenuto a Strasburgo un sisma di magnitudo 3,9 (che è prossima a quella massima naturale della zona), preceduto e seguito da una serie di altri che perdurano ancora, nonostante l’impianto sia stato fermato dalla Prefettura francese che ha applicato il principio di precauzione. Questo terremoto è di fondamentale importanza perché provocato da un impianto geotermico con caratteristiche impiantistiche simili a quello progettato da ITW a Castel Giorgio. È un’ottima occasione e motivo per riproporre una VIA aggiornata.
Nella zona di Castel Giorgio sono avvenuti importanti terremoti nel 1957 e nel 2016; sarebbe quindi a dir poco avventato consentire la reiniezione degli enormi volumi di acqua previsti per l’impianto di Castel Giorgio, ossia 24.000 metri cubi di acqua al giorno, pari al volume del lago di Vico, in 30 anni di esercizio. A Strasburgo è stata sufficiente una minima parte di questa quantità per provocare sismi indotti e innescati.
È una situazione che ricorda la tragedia della diga del Vajont: tutti sapevano, le istituzioni rimasero indifferenti, la frana avvenne e provocò 2000 vittime. Qui si rischia un terremoto innescato per produrre miseri 5MW elettrici, esponendo la vita delle persone e l’integrità del nostro patrimonio culturale.
Piero Bruni