Agosto 2021 - Ma che vuol dire “lago inquinato”?
Ogni anno in estate Legambiente effettua monitoraggi nelle acque dei nostri laghi e ne pubblica i risultati. Quest’anno, per quanto riguarda la provincia di Viterbo, abbiamo letto sui giornali “Su 5 punti inquinati nei laghi del Lazio, 4 sono in quello di Bolsena” oppure “'Lago di Bolsena inquinato, quello di Vico nei limiti”. Solo gli sforzi congiunti dei Sindaci, di Talete, delle associazioni e della cittadinanza attiva potranno portare ad una risoluzione definitiva e, auspicabilmente, a breve termine di questo annoso problema sul lago di Bolsena.
Intanto, però, è necessario chiarire che cosa vuol dire “lago inquinato”. Molti cittadini, infatti, sono disorientati da notizie apparentemente contrastanti che provengono da fonti diverse: da un lato Legambiente evidenzia dati fuori i limiti di legge in alcuni punti di rilevamento, dall’altro l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) qualifica come “eccellenti” le acque lacustri; in più sui social si moltiplicano i commenti di cittadini o agricoltori che cavalcano la notizia del buono stato di salute del lago di Vico per difendere la monocoltura del nocciolo.
ARPA Lazio: punti di campionamento 2021 nei laghi di Bolsena e Vico = acque balneabili ovunque
Inquinamento è un termine che ha più significati ed è questo che genera confusione. Per fare chiarezza, occorre distinguere tra inquinamento TROFICO e inquinamento IGIENICO-SANITARIO:
1) L’inquinamento trofico, detto anche “eutrofizzazione”, è determinato essenzialmente dall’aumento di nutrienti, fosforo e azoto, nelle acque lacustri. Le cause vanno ricercate negli scarichi fognari e nei dilavamenti agricoli che immettono nel lago fertilizzanti e prodotti chimici utilizzati nell’agricoltura convenzionale. Si ha così una concimazione delle acque, con conseguente aumento della popolazione vegetale nel lago, specialmente nei periodi favorevoli per illuminazione e temperatura. Queste masse vegetali, al termine del loro ciclo vitale, debbono essere decomposte, il che comporta un aumento del consumo di ossigeno al fondo. Ne consegue un generale degrado dell’ambiente con produzione di sostanze putrescenti e maleodoranti, sviluppo di alghe rosse con produzione di microcistine tossiche, perdita di biodiversità e di qualità del pescato.
Nel lago di Bolsena è in atto un lento processo di eutrofizzazione che va assolutamente fermato; il contenuto di fosforo in soluzione è infatti aumentato nel corso degli ultimi otto anni da 8 microgrammi per litro a 17; una tendenza all’accumulo che deve essere invertita perché è un lago molto fragile: il suo tempo di ricambio, a causa del notevole aumento di prelievi negli ultimi 50 anni, è arrivato a 300 anni. Questo significa che si eutrofizza lentamente perché ha una grande massa d’acqua ma, una volta deteriorato, non sarà più possibile il suo ripristino e sarà perso per sempre.
Responsabile del degrado è stato principalmente il deterioramento negli ultimi anni del collettore fognario, nel quale si sono verificati guasti alle pompe di sollevamento con conseguenti sversamenti di liquami nel lago. Con il passaggio di gestione dell’impianto da Cobalb a Talete, fortunatamente in questo ultimo anno gli sversamenti sono stati quasi completamente eliminati. Altra causa è l’abusivismo degli scarichi di case isolate o di strutture turistiche che non hanno corretti sistemi di gestione delle acque reflue. Ma l’aumento di fosforo è determinato anche dall’apporto di nutrienti provenienti dall’agricoltura intensiva. Per questo preoccupa l’aumento di colture irrigue intensive che, in questi ultimi anni, si sta verificando all’interno del bacino.
Il lago di Vico, 30 volte più piccolo del lago di Bolsena e con un tempo di ricambio di circa 20 anni, è ormai tristemente a mezza via nella classificazione tra “lago mesotrofico” e “lago eutrofico”; benché non vi siano sversamenti di liquami urbani, come rilevato da Legambiente e da ARPA Lazio, presenta altissimi livelli di fosforo dovuti alla coltivazione intensiva di nocciole tutto attorno: secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, circa 60 microgrammi per litro nella colonna d'acqua. Ogni anno nella stagione fredda vi fiorisce la Planktothrix Rubescens (comunemente conosciuta come “alga rossa”), un cianobatterio che produce microcistine tossiche che, in base a diversi studi scientifici, sono responsabili di malattie quali Parkinson, Alzheimer, disturbi neurologici, tumori, nonché reazioni allergiche gastrointestinali e rash cutanei. I due Comuni che captano acqua dal lago di Vico per uso potabile (Caprarola e Ronciglione) hanno dovuto dotarsi per anni di potabilizzatori specifici (per l’arsenico e per le microcistine) per poter depurare l’acqua contaminata del lago; ma ora devono trovare altre fonti di approvvigionamento idrico, perché quell’acqua non è più adatta al consumo umano. Solo una conversione massiccia all’agricoltura biologica potrebbe salvare il lago di Vico, ma ci vorrebbero comunque decenni.
2) L’inquinamento igienico-sanitario riguarda, invece, la balneabilità. Nell’acqua, particolarmente lungo il litorale, possono essere presenti batteri fecali, salmonelle, virus ed altri agenti patogeni provenienti da perdite fognarie che, se presenti, causano irritazioni e malattie ai bagnanti. Il controllo dello stato igienico-sanitario dei nostri laghi viene esercitato nel periodo estivo dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) che, ove necessario, dispone il divieto di balneazione. L’azione di Legambiente non misura i pesticidi, i metalli pesanti o le tossine algali e si affianca, quindi, a quella dell’ARPA solo sullo specifico aspetto delle analisi microbiologiche per la rilevazione di enterococchi intestinali ed escherichia coli, con la differenza che la Goletta dei Laghi si concentra sui punti critici, quali foci di fossi e canali, dove spesso si riversano scarichi illegali o mal depurati.
Nel caso del Lago di Bolsena, 4 campionamenti su 7 sono risultati fuori i limiti di legge ed è significativo che si tratta di punti “storicamente” critici. È lì che bisogna individuare ed eliminare gli scarichi irregolari di liquami. Si può fare in breve tempo collaborando tra istituzioni e cittadini. È un problema facilmente risolvibile ma molto appariscente, specialmente in estate quando i cittadini vogliono sapere se possono fare il bagno in sicurezza.
Il Lago di Vico non ha presentato punti critici di inquinamento igienico-sanitario, anche grazie all’istituzione della Riserva Naturale che ha sfavorito l’urbanizzazione delle sue rive.