Ottobre 2023 - Geotermia a Latera: il rischio sismico
La notizia che a Latera si intende installare un impianto geotermico per produrre energia elettrica non è ancora abbastanza diffusa fra la popolazione ed è bene ripeterla, ora che nella zona si è verificato uno sciame sismico che dimostra la sismicità del territorio anche in assenza di stimoli esterni, come l’attività geotermica.
Gli impianti, come quello proposto dal progetto possono funzionare in modo soddisfacente se sono installati in località a bassa sismicità dove la geologia è nota e tranquilla. Questo non è il caso della zona di Latera, dove due caldere, ognuna con la sua situazione geologica resa complessa dalle passate intense attività vulcaniche e dai successivi crolli, si sovrappongono. Tutto ciò su un substrato fratturato da movimenti tettonici durante la creazione degli Appennini. L’impianto è previsto proprio dove le caldere si sovrappongono. Infatti, l’illustrazione mostra una situazione geologica caotica, non compatibile con impianti capaci di creare squilibri nel sottosuolo come una centrale geotermica.
Caldere di Latera e di Bolsena
Il rischio sismico più grande viene dalla reiniezione di grandi volumi di fluido nel sottosuolo. Se non tornasse per via ipogea alla zona di produzione, come probabile a causa della struttura a compartimenti stagni della roccia, tale fluido si accumulerebbe nella zona di reiniezione creando stress pressori. Si tratta di volumi enormi: in trenta anni di esercizio della centrale, si trasferirebbe una quantità di fluido corrispondente a molte volte il volume del lago di Mezzano.
Prima o poi lo stress accumulato andrà a causare un terremoto detto “indotto”. Può causare anche sismi più gravi se stimola le fratture tettoniche preesistenti del substrato. I terremoti indotti e innescati possono raggiungere le stesse intensità dei terremoti naturali della zona. Sul lato ovest del lago, la magnitudo dei terremoti più forti documentati supera il grado 5 sulla scala Richter. L’effetto di tali terremoti può essere devastante nelle nostre zone, considerando le proprietà particolari della roccia e la resistenza delle costruzioni che nei nostri centri storici, detti della "civiltà del tufo", è minima.
Basti ricordare il terremoto di Tuscania di 4,8 gradi Richter che causò 11 vittime e gravi danni. Secondo la scala Mercalli il terremoto di Tuscania fu di grado VIII-IX sul massimo di XII. Nel 1919 ci fu un simile terremoto a Onano e nel 1563 a Grotte di Castro; il terremoto del 1882 a Latera fece crollare quattro case causando 11 morti.
In questi giorni ricorre il sessantesimo anno della tragedia della diga del Vajont avvenuto il 9 ottobre 1963. Lo scenario fu in parte simile al nostro: da una parte una società che vuole realizzare utili minimizzando i rischi geologici, dall’altra la popolazione che resiste. Nel caso del Vajont i rischi si trasformarono in realtà: il bilancio fu di oltre 2000 vittime. Errare humanum est, perseverare diabolicum.
Associazione Lago di Bolsena OdV – Associazione Bolsena Lago d'Europa APS
Terremoto di Tuscania - 6 febbraio 1971