Novembre 2015 - Geotermia a Castel Giorgio e Torre Alfina. Diffida a Zingaretti.

  

     La geotermia è una tecnica che utilizza il calore del sottosuolo per climatizzare le abitazioni e (in modo più inquinante) per produrre energia elettrica. Nella nostra zona gli impianti per produrre energia elettrica sono due: a Castel Giorgio in Umbria e a Torre Alfina nel Lazio. Essendo uguali ci limitiamo a descrivere quello di Castel Giorgio.

      Alla centrale sono collegati nove pozzi distribuiti a polipo che raggiungono una profondità di 1000 – 2000 metri. Procedendo dall’alto verso il basso i pozzi attraversano tre strati di roccia: l’acquifero superficiale che contiene l’acqua che alimenta la rete potabile; poi uno spesso strato argilloso intermedio, detto “roccia di copertura” ed infine un terzo strato profondo, detto “serbatoio geotermico” che contiene fluido ad alta temperatura.

     Dei nove pozzi cinque pozzi sono di “produzione”. Prelevano dal serbatoio il fluido ad alta temperatura al quale, nella centrale, uno scambiatore sottrae calore. Gli altri quattro pozzi sono di “reiniezione” e restituiscono al serbatoio il refluo raffreddato alla distanza di alcuni chilometri per evitare il raffreddamento della zona di produzione.

     I cinque pozzi di produzione, prelevano il fluido geotermico a Nord della centrale, ossia da sotto il bacino del Tevere, mentre i quattro pozzi di reiniezione scaricano il refluo a Sud sotto bacino del lago di Bolsena. Se la Regione Umbria approvasse l’impianto di Castel Giorgio la Regione Lazio diventerebbe la discarica dei reflui geotermici dell’Umbria.

      La produzione provoca nel versante Nord del serbatoio una perdita di pressione dovuta al richiamo del fluido geotermico, mentre nel versante Sud la reiniezione provoca una sovrapressione necessaria per spingere il fluido raffreddato nel serbatoio. Vi è un travaso di fluido da Nord a Sud di fluido a differente temperatura e a differente pressione con sbilanciamenti nel sottosuolo che provocano dei microsismi. Questi, in particolari condizioni, possono indurre eventi maggiori: ne deriva un aumento del rischio sismico.

      La roccia di copertura riveste un ruolo fondamentale perché, essendo fratturata e parzialmente permeabile, non impedisce la risalita di fluido geotermico dalla zona di reiniezione, che è in sovrapressione, verso l’acquifero sovrastante usato per la rete potabile. Il fluido geotermico contiene altissime percentuali di arsenico per cui una piccola quantità in risalita produce un significativo inquinamento dell’acquifero potabile.

      Per Castel Giorgio c’è l’aggravante che il lago di Bolsena fa parte dell’acquifero superficiale per cui l’arsenico arriverebbe anche al lago. Il processo sarebbe lentissimo, ma la concessione è di 25 anni. Per Torre Alfina all’inquinamento della falda acquifera si aggiunge l’aggravanteche l’impianto è previsto in una zona tutelata.

       Oltre gli aspetti ambientali andrebbe riesaminata l’adeguatezza tecnica e finanziaria della Società proponente. Infine, e sopra tutto, vale l’aspetto politico che i Sindaci hanno manifestato in modo esemplare interpretando la volontà della popolazione. La geotermia sull’Alfina aumenterebbe il rischio sismico, inquinerebbe con arsenico l’acquifero superficiale (lago incluso) e altererebbe l’attuale destinazione del territorio.

Diffida al Presidente Zingaretti 24/11/2015

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DIFFIDA AL PRESIDENTE ZINGARETTTI
Da non interpretare come gesto ostile o di immeritata sfiducia verso il Presidente, ma come espediente per richiamare l’attenzione su un
problema di grande interesse pubblico di imminente scadenza.
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GEOTERMIA E INQUINAMENTO IDRICO
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RELAZIONE CASTEL GIORGIO
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RASSEGNA STAMPA
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